Nelle altre categorie si impongono: Fortunati (Vintage) – Cassel (Classic)
Angiolini (Motogiro Turismo) e Antonaci (Cafè Racer)
Edizione tutta emiliano-romagnola caratterizzata da tecnica, storia, cultura e food
Si è conclusa domenica 6 maggio presso lo stabilimento Ducati di Borgo Panigale, da dove era partita il
1°, la 27^ edizione della Rievocazione Storica del Motogiro d’Italia, la gran fondo delle moto d’epoca
organizzata dal Moto Club Terni L.Liberati – P.Pileri in collaborazione con la FMI e la FIM.
A imporsi nella categoria Rievocazione Storica, la più prestigiosa, quella riservata alle moto costruite
fra il 1953 e il 1958, periodo in cui si è svolto l’evento agonistico, è stato l’umbro Marco Tomassini in
sella a una Gilera 175 Super Sport del 1957. E’ questo per il medico folignate, l’ennesimo trionfo in
questa classica e torna a imporre la sua legge dopo la sconfitta mal digerita, dello scorso anno, quando
perse la gara all’ultima tappa. In quell’occasione la vittoria andò all’eterno rivale e amico Eric Willelmse
(Guzzi Lodola 175) che quest’anno ha chiuso alle sue spalle. Anche in questa circostanza sono stati loro
i grandi protagonisti della gara, infatti a un iniziale predominio di Tomassini, ha risposto nelle tappe
centrali l’olandese, tanto da portarsi al comando dopo la frazione Parma – Parma, nella quale l’italiano
aveva commesso una sequela di errori nelle prove contro il cronometro, ma poi nelle successive è stato
il vincitore del 2017 a sbagliare molto, mentre Tomassini non ha fallito colpo. Dietro i dominatori della
scena degli ultimi anni si è classificato il lombardo Giacomo Viganò (Morini GT 175) del 1956 che dopo
un lungo testa a testa ha avuto la meglio sul corregionale Marco Bonanomi (MV Agusta 175 GSTL) del
1955. Quinto, un altro esperto dei gran fondo di moto d’epoca, Paolo Mattioli su Morini Tre Sette del
1955.
Detto della categoria che ha ispirato il Moto Club Terni a rispolverare la manifestazione alla fine degli
anni ottanta, è doveroso raccontare anche delle altre categorie che negli anni si sono aggiunte a quella
della Rievocazione, seguendo la tendenza dei tempi e soprattutto di moto che con il passare degli anni,
d’epoca lo stanno diventando.
Nella Vintage riservata ai mezzi costruiti nel decennio 1959 – 1969 la vittoria è andata a Mauro
Fortunati che in sella a una Guzzi Airone Sport 250 del 1962 ha vinto tre delle sei tappe in programma e
nelle altre è stato sempre fra i migliori. Ha dovuto alzare bandiera bianca il decano della manifestazione
Silvano Fabbri su Morini Turismo 100 cc del 1968 che si è accontentato della piazza d’onore. Fatale al
bolognese la prima tappa quando ha accumulato molte penalità che non è poi riuscito a recuperare,
completa il podio il turco Ahmet Orhun sulla BMW R60 del 1968.
Vittoria tedesca nelle Classic per motocicli di qualunque cilindrata realizzati fra il 1970 e il 1978, qui
Michael Cassel su Morini 3 ½ ha già vincitore lo scorso anno, ha riaffermato il suo dominio,
distanziando notevolmente il piemontese Gianni Quassolo (Aermacchi 350 SS) anno 1973 e il
portacolori del moto club organizzatore Claudio Medaglia (Guzzi Imola V35) del 1976.
Un umbro si è imposto anche nella categoria Motogiro per mezzi costruiti dal ’79 a oggi, dove Andrea
Angiolini ha letteralmente dominato, aggiudicandosi cinque tappe su sei, alle sue spalle il ternano
Mauro Vittorio Iapadre su Honda Transalp e lo statunitense Nigel Griffin (Benelli 654).
Infine il giornalista Claudio Antonaci su Ducati Scrambler non ha avuto rivali nella neonata Cafè Racer
relegando al ruolo di comprimari gli inglesi Peter Andrew Thomsom e Kenny Collins rispettivamente su
MV Agusta GTLS e Guzzi V50 Monza che si sono disputati la piazza d’onore allo sprint, con Thomsom
che alla fine ha prevalso di un solo punto.
Nella speciale classifica per nazioni l’Italia ha preceduto Inghilterra e Stati Uniti che di un solo punto
hanno fatto meglio di Olanda e Germania.
Da segnale anche il premio “Eleganza” riservato alla moto più bella e di elevato interesse storico,
assegnato da una apposita giuria presieduta dal direttore del Museo Ducati Livio Lodi, andato a una
rarissima CM Francolino 175 del 1956 di proprietà di Attilio Eirale, seconda si è classificata una
splendida Indian Scout Tourer del 1929 splendidamente restaurata dal britannico Nawal Saighal che non
ha vinto, come ha evidenziato Lodi, solo perché si è fermata a pochi chilometri dalla conclusione della
gara, terza una conservatissima e originale FB Mondial 175 del 1957 del tedesco Steffan Hamer.
Dei 128 partenti hanno tagliato il traguardo finale un centinaio, non sono mancate scivolate e cadute
accidentali, molte delle quali dovute anche alle pessime condizioni meteo in cui si sono svolte le tappe
centrali, quelle che hanno raggiunto alcuni storici passi degli appennini, ma fortunatamente solo in due
casi si è reso necessario il ricovero in ospedale per accertamenti sanitari.
Nel salutare i presenti alla cerimonia di chiusa, Livio Lodi in rappresentanza di Ducati e di Motor Valley,
che hanno supportato tecnicamente e logisticamente il Motogiro, ha evidenziato come questa edizione si
sia svolta in un territorio rappresentato appunto da Moto Valley, che in un raggio di poche centinai di
chilometri racchiude così tanta storia, cultura e tecnica ingegneristica che non hanno pari in nessuna
parte del mondo. Tutto ciò è stato molto apprezzato dai partecipanti, soprattutto stranieri che va
ricordato sono ormai oltre i due terzi degli iscritti, i quali non si sono limitati alla gara, ma come da
programma, hanno sostato in numerosi musei, aziende e collezioni pubbliche e private dove sono
conservati il meglio della scienza e della tecnica mondiale. Fra le visite sicuramente rimarranno
impresse nella memoria dei “Motogirini” quelle al Museo Ferrari di Modena, alla collezione Salsapariglia
di Massenzatico, dove fra le tante moto storiche è conservata anche la Ariel che vinse il primo Motogiro
nel 1914 e della Pagani, la factory super esclusiva di auto di San Cesareo sul Panaro.
Come detto il Motogiro non è solo una gara di moto storiche ma è molto altro, già detto dell’interesse
suscitato nei partecipanti per le visite ai musei e alle fabbriche del comprensorio Motor Valley, non si
possono dimenticare le accoglienze straordinarie riservate al passaggio della carovana in piccoli e
grandi centri, con le varie associazioni cittadine come Pro Loco e Moto Club, a fare a gara a chi
organizza il ristoro più bello e fornito, davanti al quale è impossibile non fermarsi a gustare quanto di
meglio ogni angolo del territorio offre sotto il profilo enogastronomico.
La manifestazione nel tempo oltre a una specie di museo delle ruote viaggiante è diventata anche una
rassegna di personaggi, ogni partecipante ha una storia o una curiosità da raccontare, si va dalla
signora ultrasessantenne ex imprenditrice neozelandese che trasferitasi alle Hawaii, scopre la passione
per questi eventi e decide di dedicarvi il resto della sua vita. Così ogni anno prende la sua Morini Tre
Sette 175 e insieme a un nutrito gruppo di americani trascorre una settimana in sella, scorrazzando su e
giù per le italiche strade fatte di curve e tornanti, molto diverse dalle grandi road del suo paese. Ma c’è
anche chi un brutto incidente ha provato a togliergli la gioia di vivere e di viaggiare in moto, lasciandolo
senza un braccio e una gamba, eppure grazie a protesi, tanta volontà e a una piccola BSA 125 che egli
stesso ha adattato, riesce a portare a termine tappe di oltre trecento chilometri e a tagliare il traguardo
finale. E, che dire di Brigitte, la bella e gentilissima signora tedesca che in sella a una potente Suzuki
1100, scorta e istruisce il marito Michael Cassel così bene, da fargli vincere per tre anni consecutivi la
categoria Classic. C’è poi il signore turco che parte da Ankara in moto, arriva a Bologna, si fa tutto il
Motogiro con una BMW di mezzo secolo, per poi tornare la settimana successiva alla sua quotidianità
con l’iscrizione già in tasca per il prossimo anno.
E a proposito di prossimo anno, in occasione del saluto finale il presidente del Moto Club Terni
L.Liberati–P.Pileri, Massimo Mansueti, dopo aver ringraziato i partecipanti e tutto lo staff della
complessa macchina organizzativa che conta una cinquantina di volontari, ha annunciato che il Motogiro
2019, partirà ancora da Bologna, nel rispetto della tradizione storica, raggiungerà l’Abruzzo dove si
svolgerà la gran parte del percorso per poi far rientro nel capoluogo emiliano. A breve verranno
ufficializzate anche le date che potrebbero essere posticipate di qualche settimana rispetto a quello
appena concluso.